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In Breve

| 28 aprile 2017, 09:21

La terza tappa del trofeo delle 4 regioni di rugby under 14: gli eroi dell’Imperia Rugby

E il torneo finale, dedicato all’indimenticato Carletto Oddone, incombe al 21 maggio: c’è voglia di giocare, ancora. Di vivere.

La terza tappa del trofeo delle 4 regioni di rugby under 14: gli eroi dell’Imperia Rugby

Si può essere eroi anche senza vincere. Sono questi i verdetti del rugby, le consapevolezze di uno sport formativo. Il trofeo delle 4 regioni, ideato e portato avanti da Giovanni Lisco, vede l’Imperia Rugby a confronto con Lazio, Emilia e Lombardia. Regioni dove il rugby esprime realtà di livello nazionale. Una sfida raccolta e giocata fino in fondo.

Per questo i ragazzi liguri guidati dai tecnici Perrone ed Abbo, tra il 22 ed il 23 aprile, si bevono una lunga trasferta per la tappa di Oltremella, Bassa Bresciana. E non lì c’è la notte fuori di casa, esperienza esaltante per molti, ma non condita da bravate, bensì dalla concentrazione professionistica di chi sa che il giorno dopo ci sarà da lottare. Ed è lotta per davvero perché gli organizzatori bresciani hanno rimpinguato il novero degli avversari con Parabiago e Rovato: quelle capitali ovali di una Italia minore, ma grande nella sua provincialità sportiva. Due gironi da tre e partite da giocare fino in fondo.

Imperia ha numeri un po’ risicati: si gioca in 13 e qui si hanno 15 giocatori. Non ci sono quasi cambi. La croce si porta fino in fondo, ma è una croce divertente. Happy problems dicono gli anglosassoni. Testa e tacchetti sempre in alto. Di fronte, nel girone, ecco le corazzate. Parabiago e Reggio Emilia. La sfida con il Parabiago dice bene all’inizio, perché si è perso per sole due mete ad una e l’unica pecca è stata l’incapacità di sfruttare la superiorità numerica per le espulsioni degli avversari. C’era da rompere il fiato e i padani avevano cambi. Partitone con Reggio Emilia, con match in discussione fino a sette minuti dalla fine. Però in fase di attacco imperiese un pilone molto dinamico dei reggiani fa il buco e segna una meta che chiude l’interruttore mentale degli imperiesi. I quali subiranno ancora, però anche in questo caso cambi, piloni che corrono secondo il dogma del rugby moderno e una struttura di reclutamento che è socia diretta della franchigia celtica nazionale delle Zebre hanno il loro peso. Si termina con la finalina per il quinto posto.

Ed ecco gli amici delle Fiamme Oro, di solito abbonati ai primi posti del trofeo. E questo fa capire i livelli di gioco nel bresciano. Insomma, l’espressione sportiva della Polizia di Stato si impone per 3 a 2. All’inizio delle contesa i cremisi romani segnavano mete a grappolo all’Imperia. Ora si devono sudare ogni pallone.

Se si guardano i numeri di base delle altre società sono impressionanti rispetto alla realtà imperiese. Di fronte ai 15 uomini, oggi veramente divenuti uomini, gli avversari si presentano con 20 giocatori almeno. Oltremella, società di casa, ne aveva ben 32. E all’inizio stagione le Fiamme Oro hanno lavorato su 70 elementi. La denatalità attorno al 2002-2003 ha piegato le velleità liguri occidentali, ma non la fibra di questi ragazzi e dei tecnici. Il lavoro c’è, si vede e le distanze tra le squadre si sono ridotte alquanto. Si è lavorato su tutto e ci sono le segnature frutto anche degli ultimi lavori sugli angoli di corsa e sui ricicli in velocità, di stampo australe. Il gruppo va elogiato in toto.

Due segnalazioni: la reazione di Nunziata, che, dopo aver compiuto errori, ha favorito due segnature con le Fiamme Oro. Questa è vita vera. E la prima meta di Batmaz, un combattivo, silente tre quarti, giunto al rugby da poco tempo. Gli altri, li conoscete per queste cronache. Sì, arrivare ultimi, ma primi nell’impegno. Questo conta. Non si è mollato, neanche di fronte a quel Reggio Emilia al quale si è tenuto testa più di tutte le altre squadre, che hanno rimediato scoppole sonore. E il torneo finale, dedicato all’indimenticato Carletto Oddone, incombe al 21 maggio: c’è voglia di giocare, ancora. Di vivere. 

Redazione

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