Altri sport - 11 agosto 2017, 11:10

Atletica Leggera, ESCLUSIVO. A tu per tu con Davide Re, eroe azzurro ai Mondiali di Londra: "Esperienza bellissima e formativa"

L'atleta imperiese, nato nella Maurina Olio Carli, si è regalato una straordinaria semifinale con un 45.40 in batteria nei 400 metri: "Ma non chiamatemi il Bolt italiano". Prossimo appuntamento le Universiadi di Taipei

Nella foto Davide Re in azione

Nella foto Davide Re in azione

Il traguardo è lì ad un passo e il sogno si realizza, quando nessuno di credeva: basta tanto coraggio e una grande passione per riuscire ad ottenere l'impossibile. Nella testa dell'atleta imperiese Davide Re potrebbero essere passate queste parole, quando nella batteria di qualificazione ha seguito come un fulmine Wayde Van Niekerk, arrivando secondo, qualificandosi per una storica semifinale e fermando il cronometro sul tempo di 45.71.

Abbiamo raggiunto, una volta tornato a casa, Davide Re in esclusiva ai nostri microfoni di rivierasport.it, un'ampia intervista dove ci parla delle sensazioni, emozioni e dediche in un momento che per l'atleta nato nella Maurina Olio Carli è magico.

 

Davide Re, come prima cosa bentornato dopo l'impresa ai mondiali di atletica leggera: ci racconta in breve le sue emozioni londinesi? "E' stata un'esperienza bellissima e formativa. Eravamo tanti atleti di nazioni diversi in pochi alberghi, con molte nazioni presenti e si respirava appena arrivato l'aria del Mondiale, anche se in realtà Londra me la sono goduta poco e niente: primo giorno il viaggio, secondo giorno ero in ansia per la batteria, terzo giorno la gara e sono stato contentissimo per il risultato ottenuto. La mia famiglia e i miei amici sono venuti apposta a Londra per vedermi gareggiare nella batteria e nessuno di loro aveva il biglietto per le semifinali e addirittura il viaggio di ritorno per le semifinali..."

Quando ha creduto in gara di potercela fare a qualificarsi per la semifinale? "Davanti a me avevo un buon treno e per passare il primo turno dovevo arrivare fra i primi tre. Per fare avere speranza di passare dovevo stare attento ai miei lati, battendo uno dei due ai miei fianchi era fatta. Ai 340 metri ho creduto che potevo farcela e mi sono detto nella mia testa: ora li vado a prendere e ho dato tutto me stesso".

Lei arriva da una serie importante di grandi risultati: a chi vuole dedicare questo magic moment? "Sicuramente quella che più di tutti si merita una dedica per i risultati che ho ottenuto è la mia allenatrice Chiara Milardi".

Quale consiglio vuole dare ai giovani atleti della nostra provincia per arrivare ai suoi livelli? "Ho fatto tanti anni nella Maurina Olio Carli e sono un ragazzo che l'anno scorso non ero neanche riuscito a qualificarmi per la finale dei campionati italiani: a distanza di un anno sono riuscito a prendermi la semifinale ad un mondiale. Anche quando sembra che le cose vadano veramente male bisogna rimettersi in gioco. Io ho mollato tutto sono andato a vivere a Rieti, mi sono rimesso in gioco tra i rischi ma a distanza di un anno sono riuscito ad entrare in una semifinale mondiale".

L'atletica azzurra ha scoperto anche questo Filippo Tortu, ma lei si può definire dopo questa impresa l'Usain Bolt italiano? "Assolutamente no, non chiamatemi il Bolt italiano, soprattutto come risultati visto che ci sono compagni di Nazionale ben più quotati di me tra cui il mio compagno d'allenamento che è infortunato. L'ho intravisto Bolt al campo di riscaldamento, anche se non era il Bolt di sempre, era teso e sentiva la gara. Ho avuto il piacere di scambiare due parole con Wayde Van Niekerk vincitore della mia batterie e detentore del record del mondo sui 400 metri".

Il prossimo obiettivo sono le Universiadi di Taipei... "Tra sei giorni partirò per Taipei dove disputerò le Universiadi. Da questa competizione mi aspetto di ottenere due tempi, possibilmente semifinale e finale, sotto i 46": se riuscissi a fare i questa stagione ancor due 45" diventerei l'italiano che nella storia ha corso più volte dei tempi da 45". Quest'anno gli ho corsi 7 volte e se riesco a farne altri due sarei l'italiano che ne ha corsi di più. Sto disputando una stagione importante e sono al top della condizione fisica da due mesi".

Il pensiero di Davide Re va alla Maurina Olio Carli: "Il pensiero alla Maurina c'è sempre, soprattutto a Anna Ferro e Ugo Saglietti che mi hanno cresciuto fino a quando non andato a Torino per motivi di studio".

Il sogno Olimpiadi per Re esiste... "Le Olimpiadi del 2020? Sono un obiettivo e con i tempi di quest'anno sono abbordabili, ora bisogna mantenerli epr andare a Tokyo e cercare di fare una bella figura".

Davide Re regala un saluto a tutti i nostri lettori: "Un grande saluto a tutti i vostri lettori e a tutte quelle persone che mi hanno seguito ai Mondiali di Londra che sono state molte ed ero quasi stupito: ringrazio tutti quanti".

 

 

 

Riccardo Aprosio

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