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Calcio | 17 novembre 2017, 16:50

Calcio. INTERVISTA ESCLUSIVA con Stefano Mauri, l'ex capitano della Lazio: "Io, la Lazio e il derby. L'Italia non qualificata al Mondiale? Le cause sono tantissime"

A tu per tu completo con l'ex leader della compagine biancoceleste con oltre 250 presenze, a poche ore dal derby della Capitale. La sua amicizia con Alan Carlet, allenatore del Bordighera Sant'Ampelio. Le opinioni su Kolarov in giallorosso, il rapporto da rivale con Francesco Totti e il parere sul sanremese Stefano Sturaro

Stefano Mauri, ex capitano della Lazio (foto tratta da bresciaingol)

Stefano Mauri, ex capitano della Lazio (foto tratta da bresciaingol)

Stefano Mauri è stato il capitano della Lazio dove il calciatore, dopo le esperienze con Modena, Brescia e Udinese, ha collezionato più di 250 presenze giocando molti derby della Capitale contro la rivale Roma. Domani giallorossi e biancocelesti si sfideranno per la sentitissima stracittadina e noi di rivierasport.it in esclusiva abbiamo realizzato un'intervista con il centrocampista che ha anche vestito la maglia della Nazionale: oltre al derby Mauri ci ha parlato della situazione nell'Italia del pallone dopo la mancata qualificazione ai mondiali, di Stefano Sturaro e dei propri obiettivi futuri.

 

Stefano Mauri, capitano della Lazio con oltre 250 presenze in biancoceleste: ripercorriamo la sua strada con questa squadra: cosa ricorda appena arrivato a Formello? "La prima cosa che ho notato appena ho messo piede a Formello è stato l'ambiente diverso, il centro sportivo importante rispetto a quelli di Udine, Modena e Brescia. Una città molto legata al calcio e appena arrivato mi hanno parlato di derby, che loro vivono tutto l'anno, due partite che a volte sono state anche di più per via della Coppa Italia. Ho subito notato un ambiente completamente diverso, un calcio diverso, una storia diversa visto che la Lazio ha una storia importante alle spalle ed è la prima squadra della Capitale: tante aspettative e responsabilità fin dall'inizio". 

Domani c’è Roma-Lazio, da ex capitano come giudica questa partita con due squadre allenate da tecnici giovani e preparati come Eusebio Di Francesco e Simone Inzaghi? "E' una partita che arriva in un momento particolare della stagione, dove tutte e due le squadre stanno facendo un buon calcio: la Roma ha iniziato un po' così così e poi si è ripresa, la Lazio ha iniziato bene fin dall'inizio. Questa è una partita importante per il proseguo del campionato e si sa bene che soprattutto a Roma il risultato del derby è importante e può avere anche delle ripercussioni sul proseguo del campionato. Vincere la partita sarebbe fantastico, ma alle volte è meglio non perderla".

Lei nei derby ha segnato un po’ di volte: qual è la rete che si sente di ricordare? "Ho segnato tre gol nel derby e il primo è sempre quello che ti ricordi di più, perchè erano tanti anni che ero alla Lazio, avevo giocato tanti derby e non avevo ancora fatto gol: il primo è sempre importante".

Come ha visto il passaggio di Kolarov in giallorosso quest’estate? "Kolarov in giallorosso? Questa cosa non viene presa bene dall'ambiente, però penso che ogni giocatore sia professionista, quindi è andato via, ha fatto un'esperienza al Manchester City dove è cresciuto molto. Poi ha avuto questa opportunità da parte della Roma di ritornare e lui l'ha presa al balzo".

Il suo rapporto con Francesco Totti? "Abbiamo sempre avuto un rapporto normalissimo e da avversari in campo penso ci sia stata una stima reciproca. In campo io sono stato il capitano della Lazio e lui della squadra rivale, quindi è normale che ci sia stata della rivalità sul rettangolo da gioco".

Capitolo Italia dove lei ha vissuto con la maglia azzurra dal 2004 al 2011. La nazionale è fuori dopo 68 anni dai Mondiali: quali sono le cause secondo lei di questa decable e da che cosa bisogna ripartire? "Le cause sono tantissime, ovviamente questa sconfitta brucia, fa male e non ci doveva essere. Si sapeva però già da tempo che il calcio italiano viveva un momento molto difficile e secondo me potrebbe essere questa l'occasione giusta per rifondare un po' il sistema calcio facendo capire alla gente che è tempo di rifondazione e che ci vorrà un periodo un po' più lungo per tornare ai livelli di cui l'Italia e il campionato italiano meritano. Ci sono tante cose da modificare sia nei settori giovanili, sia dalla formula di Serie A e Serie B, dove ci sono troppe squadre e si vede che il livello di alcune non è all'altezza della situazione e quindi bisognerebbe rifondare un po' tutto".

E i Stefano Mauri non escono più fuori dai settori giovanili... "Quando ero piccolo passavo intere giornate dopo la fine della scuola a giocare a calcio all'oratorio, nei campetti di periferia, in mezzo alla strada, nel cortile di casa e in più andavo a fare l'allenamento con le squadre dove giocavo fin da ragazzino. Adesso questo non viene fatto, ci sono gli allenamenti di due volte a settimana dove vengono fatte per lo più sedute tattiche e tecnico quando in realtà il ragazzino ha solo bisogno di toccare la palla e di giocare. Le ore che uno passa a toccare la palla al giorno d'oggi sono molto meno rispetto a quello che si faceva un tempo e quindi ci vuole più tempo per crescere".

Noi siamo in una provincia piccola dove però è arrivato in alto un giocatore come Stefano Sturaro nel calcio e Fabio Fognini nel tennis: ci regala un giudizio sul centrocampista della Juventus? "Il mio giudizio su Stefano Sturaro è sicuramente positivo, perchè ha dimostrato di essere da quei livelli e di poterci rimanere, e da quello che si vede da fuori è molto stimato dai suoi compagni di squadra. Questo vuol dire che è un ragazzo fantastico, si impegna e dà sempre il meglio di sé. Giocare alla Juventus è difficile, restarci più di un anno ancora di più".

In provincia abbiamo anche il Bordighera Sant’Ampelio dove l’allenatore è Alan Carlet: da dove nasce la vostra amicizia? "Ci siamo incontrati quando io giocavo a Meda e lui era allo Spezia, ci siamo scontrati in un play-off per salire in Serie C1 e che poi hanno vinto loro. In seguito ci siamo conosciuti meglio in giro a Milano a casa di amici e da lì è nata questa nostra amicizia".

Cosa fa oggi Stefano Mauri e quali sono i suoi obiettivi futuri? "Ho smesso di giocare a calcio a giugno dopo l'ultimo periodo al Brescia e ho fatto il Corso d'allenatore UEFA B e potrei allenare fino agli Allievi nelle squadre professionistiche e tutte le squadre dilettanti. Ho finito da poco il corso da Direttore Sportivo e devo dare l'esame a fine mese: penso che per il momento la strada da intraprendere sia quella".

Ci regala un saluto ai nostri lettori di rivierasport.it e svsport.it? "Lascio un saluto da parte di Stefano Mauri a tutti i lettori di rivierasport.it e svsport.it. Inoltre un grande in bocca al lupo al mio amico Alan Carlet".

Riccardo Aprosio

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