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| 23 novembre 2017, 18:15

Motori. A tu per tu con Maurizio Gerini: da Chiusanico alla Dakar, il campione delle due ruote racconta la sua storia

Intervista al grande pilota dell'entroterra, campione italiano in carica di Motorally e pluricampione di enduro, che parteciperà alla prossima Dakar

Maurizio Gerini, pilota del Team Solarys

Maurizio Gerini, pilota del Team Solarys

Chiusanico, entroterra di Imperia, qui è cresciuto e risiede attualmente Maurizio Gerini campione italiano in carica di Motorally con alle spalle una lunga e importante carriera in enduro fatta di successi nazionali e internazionali. Il pilota imperiese parteciperà alla prossima Dakar, la gara dei sogni per tutti gli appassionati di motori.
Per riassumere insieme i suoi risultati e soprattutto per proiettarci all'importante appuntamento di gennaio abbiamo intervistato il fuoriclasse delle due ruote.

Maurizio, una carriera importante in enduro e non solo..."Si, io ho fatto tutta la trafila come si faceva una volta, partendo dalle gare di leva più bassa. Da qui sono passato ai regionali e poi con l'allenamento sono migliorato tecnicamente, arrivando prima a livello nazionale e poi a quello internazionale. In enduro ho vinto due campionati italiani e ho fatto un vicecampione europeo con l'amaro in bocca, purtroppo ho rotto la moto all'ultima gara dopo essere stato in testa per tutta la stagione. Ho fatto parte anche della Nazionale per 6/7 anni tra Europeo e Mondiale".

Negli ultimi anni ti sei concentrato sui Motorally di cui sei attualmente campione italiano in carica, puoi spiegare ai lettori le differenze con l'enduro? "Dopo essermi sentito abbastanza appagato nell'enduro ho deciso di intraprendere la strada del Motorally, del quale sono campione italiano in carica. A differenza dell'enduro classico dove tu hai le prove speciali e le conosci bene, nel motorally l'abilità sta nella navigazione. Ti viene fornita una rotta dalla direzione di gara che tu devi seguire senza sbagliare per non cadere in penalità, sulla falsa riga della Dakar diciamo".

A proposito della Dakar, da dove arriva questa idea? Per te è un sogno che si realizza? "Devo essere sincero, fino a qualche anno fa vedevo la Dakar così fuori portata che non l'ho neanche mai presa in considerazione. Quest'anno invece, visti i risultati e il grande lavoro del mio Team Solarys che ha sede nel paese d'origine di Fabrizio Meoni miglior italiano della storia alla Dakar, siamo riusciti a organizzarci per farla. Con la passione radicata nella loro zona e con un grande lavoro mio e della squadra abbiamo cercato di mettere insieme i fondi e gli sponsor necessari per fare una gara del genere, fondamentale è stato anche l'apporto di Husqvarna che è la marca della mia moto e mi segue da anni. Insomma una Dakar non si può improvvisare, noi ci stiamo lavorando da un anno e ora raccogliamo i risultati del lavoro. Per me personalmente è il coronamento di una carriera, ho fatto un po' tutte le gare del fuoristrada e a tutti i livelli quindi adesso questa è la ciliegina sulla torta".

Che tipo di allenamento stai seguendo per questa gara, particolarmente stressante? "Io personalmente sono sempre stato un maniaco dell'allenamento, a livello professionistico non devi lasciare nulla al caso. Ora sto semplicemente rincarando la dose, aumentando le sessioni e la durata degli allenamenti. Soprattutto ho puntato sulla corsa a piedi in montagna per il fondo e per la moto sto facendo sedute sempre più lunghe per stressare sia il fisico che la mente il più possibile. Le componenti saranno poi il caldo torrido e allo stesso tempo il freddo visto che passeremo due o tre volte su e giù per le Ande con appunto il freddo e l'altitudine che possono portare malessere, quindi farò anche allenamenti specifici in montagna ".

A te di Chiusanico, si può arrivare al top anche partendo da un piccolo paese dell'entroterra e tu ne sei la dimostrazione... "Partire più da zero di me non credo sia possibile. Io ho iniziato andando la domenica alla pista di Colle San Bartolomeo a mangiare dei panini e a vedere le moto da vicino, e già quello era per me un sogno. Dalla mia ho sicuramente avuto un po' di doti fisiche e genetiche, ma ho fatto davvero tanti sacrifici per arrivare dove sono. Purtroppo mi dispiace che nella nostra zona per i motori in generale c'è poco seguito e sono dovuto emigrare, vivendo dieci anni tra Bergamo e Brescia. I ragazzi del mio stesso livello in quella zona lì trovano aiuti e sponsorizzazioni in poco tempo per fare le gare, mentre per me è stato un calvario. Il fatto comunque di partire da Chiusanico testimonia che con la passione, l'allenamento e la dedizione si può arrivare a dei buoni livelli anche da qui. Mi fa piacere quando i ragazzini giovani, come facevo io da piccolo, mi prendono come spunto per provarci e magari riuscirci proprio come me".

 

Lorenzo Bonsignorio

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