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| 30 gennaio 2018, 19:35

I ponentini Maurizio Gerini e Fausto Vignola raccontano la loro impresa alla Dakar 2018 (VIDEO)

"Abbiamo sottoposto i nostri fisici ad imprese titaniche percorrendo quasi 10 mila km tra il caldo torrido del Perù, l'altipiano andino con quota 5 mila metri e i 45° argentini"

I ponentini Maurizio Gerini e Fausto Vignola raccontano la loro impresa alla Dakar 2018 (VIDEO)

Il ponente ligure rappresentato nel Rally Dakar (o semplicemente La Dakar e precedentemente Parigi-Dakar) Maurizio Gerini e Fausto Vignola.

Il rally, noto come "Parigi-Dakar" in quanto nelle prime edizioni) il percorso iniziava appunto dalla capitale francese per terminare in quella del Senegal oggi si corre in Sudamerica ed è uno dei più duri a causa delle grandi distanze da compiere attraversando stati e climi anche molto diversi tra loro.

A raccontare la loro esperienza proprio i due piloti del ponente ligure accompagnati da Franco Jannone che ha seguito e documentato quella che è stata una vera e propria impresa.

Afferma Jannone: “Questi due straordinari piloti hanno portato a termine questa impresa arrivando fino in fondo a questa gara. Questa era la 40° edizione che si corre in Sudamerica dal 2009 e già arrivare infondo è una vera Mission Impossible. Sono quasi 10 mila km, 4.600 di prove speciali e Maurizio Gerini e Fausto Vignola, i nostri due ponentini doc hanno ottenuto risultati importanti. Maurizio ha ottenuto il 22° posto assoluto e primo della classe maraton quella riservata alle moto di derivazione di serie e Fausto ha ottenuto il 52° posto e l’8° nella classe maraton. Risultati che ci inorgogliscono anche perché abbiamo dato a tutti il modo di parlare della nostra bellissima Liguria ed in particolare del nostro ponente che troppo spesso viene bistrattato”.

Maurizio Gerini: “Ci siamo preparati a fondo e sapevamo a cosa andavamo incontro. A livello di risultato non ci eravamo prefissati nulla ed io ho sempre seguito l’istinto cercando di limitare i danni. Ci siamo piazzati molto bene con grande soddisfazione anche inaspettata. Per questa gara ci siamo preparati per oltre un anno intensificando sempre più gli allenamenti”.

Fausto Vignola: “Nella Dakar non hai tempo di fare niente, quello è ciò che destabilizza un po’ testa e fisico. Bisogna rimanere concentrati ed è quella la cosa più importante per evitare cadute e non rovinare la moto che è quella che ti deve portare fino all’arrivo. Sono tappe da 500 km fino ai 900 km ed è un attimo fare un errore che ti può costringere a lasciare la gara anche solo alla seconda tappa”.

Sui dettagli della gara spiega Jannone: “Abbiamo attraversato tre stati, Perù, Bolivia ed Argentina con tre tipi di condizioni completamente diverse tra loro. Siamo passati dal caldo torrido del Perù fino alle quote alte degli altipiani andini che superavano i 5 mila metri con le difficoltà respiratorie del caso per poi ridiscendere in Argentina con temperature intorno ai 45°. Tutti i nostri fisici sono stati sottoposti a sforzi titanici. Basta pensare che in base ai km che abbiamo percorso da qui si arriva fio in Kazakistan”.

E in tutto questo una nota di colore, i Fieui di Caruggi che ancora una volta hanno portato fortuna. Il loro foulard, infatti è stato portato da Fausto durante tutto il percorso: “Sono stato onorato di portare questo foulard per tutta la Dakar perché è una associazione che funziona e fa molto per questa città. Anche il presidente boliviano si è chiesto cosa fosse questo vessillo e la Bolivia ha parlato così ulteriormente di noi”.

 

Mara Cacace

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