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Calcio | 25 maggio 2018, 11:30

Calcio. Sanstevese, mister Siciliano tra la finale playoff persa e il futuro: "Consapevoli di aver realizzato qualcosa di impensabile. Io ambito? Questo non lo so, ho avuto contatti ma è presto per decidere"

Il tecnico ringrazia il tecnico della Dianese & Golfo, Enrico Sardo: "Ha speso nei miei confronti belle parole"

Simone Siciliano, allenatore della Sanstevese

Simone Siciliano, allenatore della Sanstevese

In casa Sanstevese torna a parlare mister Simone Siciliano e lo fa dopo aver perso la finale playoff del Girone A di Prima Categoria contro una Dianese & Golfo cinica e capace di realizzare tre reti in trasferta. 

Su questa partita Siciliano ha un po' di rammarico ma alla fine dà merito ai vincitori senza dimenticare le parole nei suoi confronti dell'allenatore giallorossoblù: "Sapevo che sarebbe stata una partita dura e così è stato. Il merito va alla Dianese & Golfo, anche perché non scordiamoci che ad agosto la favorita per la vittoria finale senza play off erano i giallorossoblù... Voglio come prima cosa ringraziare Enrico Sardo per le parole spese nei miei confronti. Rimane dentro di noi la consapevolezza d'aver fatto qualcosa di impensabile ad inizio anno. Certo i secondi posti non li ricorderà nessuno, ma a noi nessuno leverà la certezza di essere prima di tutto un ottimo gruppo e un'ottima squadra. Ricordiamo che da noi nessuno prende il rimborso e il calcio lo fanno tutti per passione".

Il mister è uno dei più ambiti in zona dopo la splendida annata: "Io ambito? Questo non lo so se sono dei più ambiti. Ho avuto qualche contatto, ma ora è decisamente presto per decidere: valuterò con calma".

Ecco dove può crescere la Sanstevese secondo Siciliano: "La Sanstevese deve crescere di mentalità e parlo per la squadra e le partite da dentro o fuori bisogna approcciarle in maniera differente".

In conclusione ecco altri ringraziamenti del tecnico dei miracoli: "Volevo ringraziare la società per avermi dato l'opportunità di iniziare ad allenare e ringrazio vivamente quelle persone che non fanno parte della società, ma si sono sbattute come se lo fossero: parlo di Giada e Elena".

Riccardo Aprosio

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