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Calcio | 03 gennaio 2019, 12:10

Calcio. A tu per tu con Alessandro Melli, ex campione di Serie A: "Io, Parma e Scala, vi svelo tutto. E quello scambio con Gullit..."

L'ex attaccante di Parma, Sampdoria, Milan, Perugia e Ancona si confessa e ripercorre la sua carriera in esclusiva a Rivierasport.it

Alessandro Melli, ex attaccante di Parma, Sampdoria, Milan, Perugia e Ancona in Serie A (foto tratta da Parma Calcio 1913)

Alessandro Melli, ex attaccante di Parma, Sampdoria, Milan, Perugia e Ancona in Serie A (foto tratta da Parma Calcio 1913)

Nato nel dicembre 1969 è stato uno degli attaccanti spicco della Serie A targato primi anni '90. Il proprio curriculum calcistico parla chiaro visto che l'ex calciatore in questione vanta anche 2 presenze nella Nazionale maggiore, 14 nell'Under 21 e 6 in quella olimpica.

Oro di Parma. Stiamo parlando di Alessandro Melli, professione bomber, che noi di Rivierasport.it abbiamo intervistato in esclusiva. Arrivato in Serie A nella stagione 1990/1991 con la maglia del Parma al debutto segna su rigore alla Juventus a Tacconi nella sconfitta per 1-2 e in quell'annata collezionerà reti e grandi prestazioni con la qualificazione storica alla Coppa UEFA: con il Parma dal tra il 1985 e il 1994 (solo un intervallo breve per un prestito al Modena) collezionerà 199 presenze e 52 reti con Nevio Scala come allenatore, tecnico che lo ha consacrato. 

Nel 1994 passa alla Sampdoria di Eriksson ma ci resta poco (8 presenze e 1 gol) visto che è al centro di uno scambio a novembre con il Milan che il passaggio a Genova di un certo Ruud Gullit. In rossonero con Capello in panchina vede il campo 6 volte e segna 1 rete. Torna al Parma per il biennio 1995-1997 dove ritrova Scala e poi Ancelotti: sono 42 presenze e 4 centri. Chiude la carriera tra Perugia (triennio 1997-2000) e Ancona (2000/2001).

 

Alessandro Melli, cominciamo dalla sua importante carriera dove tutto iniziò in un Parma-Juventus 1-2 del settembre 1990: cosa ricorda di quel giorno? "Di quel giorno mi ricordo una bella atmosfera, per il Parma era la prima partita in Serie A della sua storia. Mi ricordo uno stadio pieno e il piacere di avere avuto come avversario la Juventus, una squadra di livello con campioni come Roberto Baggio e Totò Schillaci reduci da Italia '90. Fu emozionante, perdemmo per 1-2 senza meritarlo e giocando alla pari con i bianconeri. Ho avuto il piacere di realizzare il primo gol in Serie A nella storia del Parma e per un parmigiano è il massimo".

Ci racconta che allenatore è stato per lei Nevio Scala, tecnico che lo ha lanciato? "All'epoca è stato un tecnico che mi ha dato una grossa mano, perchè io ero un giovane promettente che faceva un po' fatica a dare continuità alle sue qualità. Lui fin dall'anno prima in Serie B ha creduto in me, mi ha fatto crescere e dato una grossa spinta per la mia carriera".

Ma anche Eriksson, Capello e Ancelotti qualcosa le hanno lasciato... "Sì, nella mia carriera ho avuto grandissimi allenatori, da Sacchi a Zeman fino a Mazzone, Boskov e Spalletti. Ne ho avuto tanti che hanno realizzato una carriera importantissima".

Le faccio qualche nome di quel magico Parma come Osio, Brolin e Taffarel: che ricordo ha di quella squadra? "Era una squadra formata da ragazzi giovani ma tutti promettenti con la passione per il calcio, con qualità e un contesto dove crescere senza troppe pressioni. La società non ti faceva mancare nulla con l'ambiente Parma che è molto importante per la crescita dei giovani".

Poi il passaggio alla Sampdoria e a novembre del 1994 al Milan: ci svela un retroscena di quello scambio con Gullit? "Nell'estate del 1994 scelsi la Sampdoria perchè desideravo giocare con Roberto Mancini. Inoltre fui contattato dallo stesso Mancini e per me fu un onore. La Sampdoria come società assomigliava molto al Parma e fu la scelta più importante della mia carriera. Poi certe situazioni si sono un po' evolute, perchè Mancini i primi 2-3 mesi giocò molto poco in quanto arrivava da una squalifica importante della stagione prima e da degli infortuni che lo avevano bloccato. Alla fine non giocai tantissimo con Roberto, poi a novembre Gullit chiese la cessione dal Milan e scelse la Sampdoria. All'epoca il figlio di Mantovani mi chiamò in sede dicendomi che come contropartita nell'affare Gullit Fabio Capello aveva chiesto me e lo scambio si concretizzò".

Ha rammarico per la sua avventura al Milan? "Non fui convintissimo, visto che andare al Milan voleva dire giocare e non giocare, mentre alla Sampdoria ero titolare fisso ed era stata la mia scelta dell'estate. Inoltre ho anche avuto due infortuni importanti che mi frenarono, è stato però anche un piacere perchè ho avuto l'occasione di giocare con dei veri fuoriclasse che mi hanno fatto crescere molto. Ma la mie scelte di quell'anno erano la Sampdoria e Roberto Mancini, una cosa che purtroppo non sono riuscito a gustarmi fino in fondo: sono quasi stato costretto ad andare via".

Nella sua carriera ha incontrato tanti avversari come Diego Armando Maradona, Van Basten, Batistuta, Roberto Baggio, Gianluca Vialli e Roberto Mancini fino a Francesco Totti: chi lo ha impressionato di più? "Maradona era sicuramente più di una spanna sopra tutti gli altri".

Il gol che sente più importante in carriera? "Il gol più importante è stato nella finale europea a Wembley contro l'Anversa dove col Parma vincemmo per 3-1, ma a livello personale mi rimane dentro la rete-promozione dalla Serie B alla Serie A contro la Reggiana: per me che sono di Parma segnare alla Reggiana un gol così importante fu straordinario".

Cosa si sente di consigliare ai giovani talenti del vivaio della provincia di Imperia per spiccare e arrivare ai suoi livelli? "Ci sono tante cose che è giusto fare: divertirsi, cercare di imparare, non sentirsi mai arrivati e vivere lo sport come insegnamento di vita. Se si hanno queste cose e la fortuna di avere delle qualità personali secondo me puoi arrivare nel calcio. Bisogna avere una passione immensa, io se avevo un attimo di tempo da ragazzo giocavo sempre a calcio. Devi anche avere delle persone che ti stanno vicine come i genitori e gli educatori che ti aiutano nella tua crescita".

Cosa fa oggi Alessandro Melli? "Ho lavorato nel Parma come Team Manager dopo il fallimento. Ora mi sono buttato in tutto un altro mondo e sono Responsabile dell'ufficio acquisti di un'azienda che tratta acciaio. La passione per il calcio non mi è passata visto che alleno dei ragazzi di 13 anni, il pallone mi è rimasto nel cuore".

Riccardo Aprosio

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