- 13 maggio 2019, 09:06

Palla ovale. Imperia Rugby under 12 in evidenza nel Principato di Monaco: le posizioni di vertice sfiorate per un soffio

Grandi prestazioni per la compagine imperiese

Palla ovale. Imperia Rugby under 12 in evidenza nel Principato di Monaco: le posizioni di vertice sfiorate per un soffio

L’Imperia Rugby under 12 guidata da Alessandro Castaldo e Mariuccia Reitano sfiora l’impresa nel monumentale stadio Louis II del Principato di Monaco. Tutto accade in una giornata intensa, sabato 11 maggio, per il trofeo Santa Devota di Rugby, sotto gli auspici di Sua Altezza Serenissima la Principessa Chaarlène, mediante la sua personale fondazione e alla presenza del Principe titolare Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto.

Imperia è vicina a Monaco, basterebbe questo, ma i rapporti tra le due società sono improntati alla concretezza. Imperia è l’unica società italiana invitata in un parterre di quattordici nazioni. Qui l’ovale diventa globale, c’è forse il futuro del rugby nel contesto giovanile e nella velocità del gioco.

Spettacolo senza pari, come sempre. Imperia si presenta forte dell’esperienza di una stagione lunga ed esaltante, con pochi passi falsi e con un importante numero di giocatori disponibili. I limiti della squadra, se ve ne sono, si vedono soprattutto nella mancata abitudine al confronto con avversari di pari livello, in un torneo di fatto massacrante.

Se si osserva il mero risultato sportivo, si noterà che Imperia primeggia nel girone di qualificazione, segnando 23 mete e subendone una sola dai padroni di casa, il quotato Monaco. Corsi del Lucciana spazzati via e stessa sorte per la compagine sudafricana, espressione della struttura assistenziale LIV, volta a sostenere e dare un futuro a bambini senza famiglie.

Inutile ricordare come i valori del rugby aiutino questi ragazzi, permettano loro di vivere un sogno in un luogo da sogno, incontrare il mondo e chissà, proporsi un domani come velocissimi protagonisti del rugby, magari di quello a sette con i blitzbokke, la nazionale sudafricana di rugby seven. Va detto che i ragazzi e le ragazze di Imperia sono stati molto coinvolti nel rapporto con i loro avversari di giornata. Vinto il girone, arriva il momento della verità.

Si affrontano i Londoners del Northcote. E si capisce perché questo è l’anno britannico nello sport. A dir la verità lo è da parecchio tempo, è necessario apprendere. Imperia gioca una sontuosa partita, conduce per 4 mete a 2 e poi per 4 mete a 3 ad un minuto dalla fine. Però gli inglesi non mollano. Non mollano mai. Pareggiano, si va all’extra time e vincono per una meta a due secondi dalla fine. Lì purtroppo subentra la dimensione psicologica, importante nel rugby. Bisogna reagire, nella vita come nello sport e una sconfitta insegna più di una vittoria. Si capisce che se qualcuno ti batte, tu puoi migliorare ancora. Però, nel frangente, è ormai difesa.

Si pareggia con la volitiva compagine americana, giunta d’oltreoceano per un rugby che sta crescendo. La prima posizione nel girone di qualificazione garantisce la finale per il 5°/6° posto, persa con quel Monaco già battuto in sede iniziale. Però la benzina, soprattutto quella mentale, era finita. Insomma, ci si potrebbe dire insoddisfatti per il sesto poso, ma di fatto l’esperienza ha il suo peso: ci si è confrontati con realtà mondiali ed importanti, i ragazzini hanno vissuto una esperienza indimenticabile e hanno posto un’altra pietra miliare per poter essere continuamente convocati in questo consesso principesco.

Di fatto, a questi livelli giovanili, la classifica conta relativamente. Per gli addetti ai lavori, in ogni caso, è un banco di prova per verificare cosa accade in realtà rugbistiche diverse. E lì si vede che la Francia, piazzando tre squadre provenzali ai primi tre posti ovvero settori giovanili del Midi che ha dominato a suo tempo sia l’Hexagòne che l’Europa, sta rifondando il movimento, considerando le non certo ultime brillanti prove nella nazionale (nell’ordine Montpellier, Provence e Toulon). Si è giocato alla pari con il Northcote e, insomma, per la “piccola” Imperia c’è da esserne felici. Perché assieme a Monaco si è davanti.

E dietro tutto quanto può emergere, da Dubai che è legata ai capitali britannici sul posto, agli svizzeri, ai corsi, agli emergenti russi e catalani, ai georgiani, ai quali, forse, il gioco a 12 veloce e su pochi minuti non si addice, preferendo senz’altro e già la mischia. E bene, sarà per il prossimo anno, ormai è un appuntamento fisso, per Imperia la realizzazione di valori importanti. Grazie, al rugby.

Redazione

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