- 09 settembre 2019, 12:10

Motori. A tu per tu con Francesco Curinga: intervista al pilota di Badalucco

Dopo la sua partecipazione all'Isola di Man

Motori. A tu per tu con Francesco Curinga: intervista al pilota di Badalucco

Chiacchierata con il conduttore del Bemar Racing Team Francesco Curinga. Al ritorno dall’Isola di Man, abbiamo approfittato della sua disponibilità per fargli alcune domande.

Dopo gli ottimi risultati conseguiti nel Manx GP disputato sul “Mountain Circuit” dell’Isola di Man, bellissimo quanto pericolosissimo tracciato che si dipana su oltre sessanta chilometri, con tratti in salita ed in discesa, sfiorando muri, alberi, pali, case e tutti gli altri ostacoli che si possono trovare su strade chiuse al pubblico solamente per le prove e per le gare, abbiamo scambiato alcune parole con Francesco Curinga.

L’alfiere del Bemar Racing Team di Cuneo ha iniziato a raccontare la sua avventura partendo dal viaggio di ritorno, rallentato da alcuni inconvenienti, sentiamo cosa ha detto:

“Inizio dal fondo, il viaggio di ritorno è stato un incubo, dapprima si è rotto l’alternatore del camper, mandando l’acqua in ebollizione, così abbiamo perso tempo per  la riparazione, tanto da arrivare a Dover, dove ci aspettava il traghetto, con sei ore di ritardo. In seguito, quando eravamo praticamente a casa, nei pressi di Mentone, la rottura di un cuscinetto del carrello sul quale erano caricate le moto, mi ha costretto a chiamare un mio amico con il carro attrezzi.

Per quanto riguarda le prove e le gare, mi sono divertito molto, iniziando con una ottava posizione conquistata con la Honda CBR 600 RR Bianco Moto, giungendo a ridosso dei primi, dai quali ero distante solo pochi secondi, per cui sono stato molto contento del risultato. A causa del maltempo, che continuava a perseguitarci, gli organizzatori sono stati costretti ad anticipare le gare, programmate per il mercoledì ed il venerdì, approfittando delle favorevoli condizioni atmosferiche, per cui tra mercoledì è giovedì abbiamo disputato quattro gare.

Dopo la splendida seconda posizione della Lightweight conquistata con la Paton al mercoledì, mi sono ripetuto il giorno successivo alla guida della stessa moto, mentre con la Honda ho avuto problemi di benzina, ai quali si sono aggiunti, negli ultimi due giri, la stanchezza accumulata nei doppi turni di prova e delle gare disputate in precedenza ed ho chiuso solo tredicesimo. Bisogna anche considerare che non è facile passare da una moto all’altra, con caratteristiche molto diverse tra loro e rimanere al top, mantenendo la concentrazione, anche se fisicamente mi ero preparato molto”.

Raccontaci qualcosa sui momenti che precedono il via, come mai ti hanno cambiato il numero di gara, se la gara è seguita dal pubblico e cosa hai provato a salire sul podio.

“Ogni volta che entri in pista e vai al parco chiuso, vengono effettuate delle accurate verifiche alla moto. In una occasione hanno trovato i cappelletti delle gomme leggermente svitati, così non ho passato la verifica, sono uscito, li ho stretti e mi sono ripresentato, venendo ammesso. Sono molto pignoli, ma ne va della sicurezza dei piloti.

In gara si parte in base ai tempi ottenuti in prova, per cui, se fai registrare un tempo che rientra nei primi dieci, ti cambiano il numero. Io dovevo correre con il numero 13 sulla Paton, invece, visto che ero ben piazzato, mi è stato attribuito il n. 3.

Gli spettatori sono tantissimi e non solo locali, in quanto molti vengono sia dall’Inghilterra che dagli altri Paesi per poter assistere alle gare. Sono disseminati lungo tutto il percorso, ma sono tantissimi al traguardo, dove possono seguire l’andamento dei tempi e le posizioni dei piloti su un grande tabellone, aggiornato da dei bambini, come avveniva ai tempi della nascita del Manx GP.

E’ stato molto emozionante salire due volte sul podio e festeggiare insieme alla famiglia ed agli amici che mi hanno supportato e sopportato, perché ero abbastanza noioso, in quanto ripetevo a volte le stesse domande più volte. Ne approfitto per ringraziare tutti quanti mi hanno seguito, a partire da mia moglie Serena, a mio figlio Vincenzo, i meccanici, l’amico Stefano Bonetti e chi mi ha permesso di essere presente sull’Isola: Bemar Racing Team, Bianco Moto, Honda, HRC, Buscafer, Gastaldi Rudi Impresa Edile, Fortec, Vernicenter e CRS, il Team VAS che mi ha messo a disposizione la Paton, tutti gli amici i cui nomi sono riportati sulla carena e gli sponsor personali”. 

Dopo questa fantastica e proficua avventura, hai altre gare in programma?

“Certo, prenderò parte con la Honda del Bemar Racing Team all’ultima gara del  IRRC, il campionato internazionale di corse su strada, che avrà luogo il 21-22 settembre a Frohburg, in Germania ed alla gara a coppie, che si disputa sul Circuito toscano del Mugello. Mi hanno poi invitato a prendere il via ad una gara in programma su un circuito ricavato nell’aeroporto dell’Isola di Man”.

Termina qui la breve chiacchierata con il conduttore di Badalucco, al quale auguriamo di continuare la striscia di buoni risultati conseguiti sino ad ora.

                                                                                                                    Dario Malabocchia

Dario Malabocchia

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