Il credo della settore giovanile dell’Imperia Rugby ha trovato una prima applicazione del triangolare under 14 disputato nel monumentale scenario dello stadio Carlini di Genova.
Là dove osa la serie A del capoluogo, i giovanissimi imperiesi hanno trovato pane per i loro denti. Al di là del risultato, appare importante la convinzione del lavoro che si sta compiendo.
Lavoro iniziato da poco e lavoro infinito. Di fatto il risultato numerico della partita non è importante. La under 14 è una categoria laboratorio dove non c’è ancora un vero e proprio campionato, ma una serie di test, di partite obbligatorie. E così, stando anche la delicata situazione strutturale dei ragazzi, che sono nella piena età dello sviluppo, si intende dare a tutti le medesime possibilità di crescita, mese per mese, lavorando non sulla specializzazione dei ruoli, ma sulle competenze di ciascuno.
È il rugby moderno, quello per cui il tecnico inglese Eddie Jones afferma che un Jack Nowell può giocare in undici posizioni diverse. E così le possibilità di gioco aumentano. Aumenta il divertimento, la partecipazione. Si lavora proprio sul gruppo e il primo triangolare ha messo in luce sia i lati sui quali è necessario lavorare sia i dati positivi. Il gruppo è vasto, il sentimento positivo, la confidenza importante, i genitori coinvolti sul progetto in modo non critico.
Il “battesimo del fuoco” è stato importante, in uno stadio che incute timore, di fronte ai padroni di casa, per giunta. E con molti ragazzini provenienti dalla under 12, alle prese con il campo allargato e dunque con diversi punti di riferimento. Cus Genova e Cogoleto, da parte loro, si sono dimostrate forti, competitive e ben impostate. Ovviamente sono punti di riferimento. Il lavoro imperiese gioca sulla prospettiva, come affermano i tecnici Franco La Macchia, Elvezio Reitano e Ezio Archimede .
(Triangolare/Carlini/Genova) – CUS Genova1 – Imperia 22/00, CUS Genova1 – Vespe Cogoleto 5/22, Vespe Cogoleto – Imperia 22/12.