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Calcio | 26 giugno 2020, 10:00

Calcio, Eccellenza. Format nuovo, strade nuove. Formula (quasi) classica o spazio ai playoff?

Di sicuro sarà un'annata a più fasi. Resta da capire se premiare i risultati dell'intera stagione oppure aprire la strada ai mini tornei di fine anno

Calcio, Eccellenza. Format nuovo, strade nuove. Formula (quasi) classica o spazio ai playoff?

Si prospetta una stagione decisamente atipica per il campionato di Eccellenza.

I fattori scatenanti  sono stati due: la pandemia legata al virus Covid-19 e l'attesa riforma dei campionati, annunciata dal presidente della LND Cosimo Sibilia per i campionati 2021/2022.

Ciò ha portato alla ricerca di soluzioni nuove, come il chiacchierato allargamento dell'Eccellenza a 20 squadre, con due gironi da 10 club ciascuno; allargamento che dovrà comunque essere confermato dal Comunicato Federale.

Le formule a più gironi hanno sempre creato un punto di rottura tra chi vorrebbe tutelare il rispetto totale dei risultati maturati durante l'anno (con la tradizionale classifica) e chi predilige un finale di stagione più coinvolgente e spettacolare, attraverso la formula dei playoff.

Il punto di partenza, però, è il tempo. Far si che indipendentemente della formula, quasi tutte le squadre arrivino a giocare un numero di partite similare (le canoniche 30 annuali).

Il primo step è già stato chiacchierato nelle scorse settimane, quando l'ipotesi del torneo a due gironi, circa un mese fa, era già stata ventilata (QUI L'ARTICOLO).

Due mini campionati (uno di centro-ponente e uno di centro-levante) con partite di andata e ritorno (18 match quindi per squadra),  con le prime cinque classificate pronte ad accedere a un girone di promozione e le ultime cinque a un girone retrocessione.

Si creerebbero così due raggruppamenti regionali da 10 squadre ognuno, però a questo punto quale strada scegliere? Premiare la classifica o lasciare aperta la strada a un finale più coinvolgente e inclusivo?

Un format classico con partite di andata e ritorno appesantirebbe la stagione, con altri 18 incontri, portandoli a 36 totali. Con una sola promozione, si corre il rischio di escludere dalla lotta al vertice buona parte delle squadre partecipanti già dopo pochi incontri. Il pericolo di cali di tensione delle ultime classificate (o situazioni peggiori, ad essere malpensanti) sarebbe però dietro l'angolo.

Lo stesso discorso varrebbe anche per il girone retrocessione, seppur sia da comprendere quante squadre eventualmente scenderebbero in Promozione nella stagione 2020/2021.

Data per buona questa via, si potrebbero però ridurre i tempi, passando da gironi di andata e ritorno a un girone all'italiana, con gare di sola andata (9 a squadra), portando in questo caso il totale a 27 partite (18+9).

L'ultima opzione, relativa ai playoff, potrebbe però sfruttare i due step precedenti, inserendo una sorta di appendice finale.

Ciò porterebbe a stilare una graduatoria nel girone promozione con le ultime due classificate escluse dai playoff e le prime otto a giocarsi in un mini torneo il trionfo finale e l'unico accesso alla Serie D.

Resta da comprendere come strutturare a livello regolamentare i playoff, se più lunghi, con gare di andata e ritorno, oppure con match secco, in casa della squadra miglior classificata e con il risultato di parità, al termine dei 90 minuti, a garantire il passaggio del turno di quest'ultima (come nei playoff di Serie B). 

In quest'ultimo caso le finaliste disputerebbero 3 partite (quarti, semifinale e finale), arrivando così ai fatidici 30 incontri (18 dei campionati "di riviera", 9 del torneo dall'italiana e 3 dei playoff).

Un format simile sarebbe applicabile anche con le retrocessioni. La prima squadra del girone all'italiana verrebbero salvate automaticamente, l'ultima retrocessa, lasciando le altre otto squadre a battagliare per evitare il tonfo in Promozione.

Ipotesi e suggestioni, ma sarà il Comitato Ligure a decidere nelle prossime settimane, tenendo in considerazione pro e contro di ogni formula, quale format varare.

 

 

 

Lorenzo Tortarolo

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